Assistenza idranti soprassuolo, sottosuolo, attacco VVF, etc.

La manutenzione delle reti idranti è prevista dal d.lgs. n.81 del 2008 – Testo unico sulla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro. In particolare detto decreto prevede che gli interventi di manutenzione ed i controlli sugli impianti e sulle attrezzature di protezione antincendio devono essere effettuate nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti, delle norme di buona tecnica emanate dagli organismi di normalizzazione o europei o, in assenza di dette norme di buona regola tecnica, dalle istruzioni fornite dal fabbricante e/o installatore.

Oltre che in accordo con il d.lgs. n.81 del 2008, la manutenzione delle reti idranti è da effettuare soprattutto in accordo con il D.M. 10.03.98 e la norma UNI 671-1:2012, UNI 671-2:2012 e UNI 671-3:2009. 

La Norma UNI 10779:2014, unita alla norma EN 671-3 sulla manutenzione di idranti e naspi, ed alla norma UNI EN 12845:2009 che contiene la manutenzione delle alimentazioni idriche e delle stazioni di pompaggio, costituisce un insieme completo per la gestione e la manutenzione delle reti idranti.

Nella UNI 671-3 viene indicata la periodicità degli interventi e le modalità d’esecuzione della manutenzione, che viene esplicitata attraverso 4 fasi:

  • Sorveglianza: controlli regolari di tutti i naspi e idranti a muro che devono essere effettuati da parte della persona responsabile, o di un suo rappresentante, ad intervalli che dipendono da condizioni ambientali e/o dal rischio di incendio per accertarsi che:
    • Le attrezzature siano posizionate correttamente;
    • Siano accessibili senza ostacoli, visibili chiaramente ed abbiano istruzioni d’uso leggibili;
    • Non presentino segni di deterioramento, corrosione o perdite;
    • Siano provviste di tutti i componenti;
    • Non presentino anomalie, in caso contrario segnalare eventuali anomalie agli addetti alla prevenzione incendi.
  • Controllo: consiste in una verifica semestrale atta a verificare che le istruzioni d’uso siano chiare e leggibili, la localizzazione sia chiaramente segnalata, i ganci per il fissaggio atti allo scopo siano fissi e saldi, non vi siano segni di danneggiamento nella cassetta e che i portelli della stessa si aprano agevolmente. Si deve verificare il funzionamento degli attacchi per autopompa controllando che le valvole d’intercettazione e di mandata siano di facile manovrabilità e si deve lasciare la valvola d’intercettazione in posizione aperta con il ripristino di eventuali sigilli. Per gli idranti soprassuolo e sottosuolo si deve verificare che le valvole siano di facile manovrabilità e che i tappi di chiusura siano facilmente apribili. Verificare che il contenuto delle cassette a corredo d’idranti sia completo di tutti i componenti necessari al corretto utilizzo dello stesso.
  • Collaudo funzionale: è volto a dimostrare la capacità del sistema di erogare come minimo le quantità d’acqua di progetto alle pressioni in esso specificate. Consiste in un intervento annuale durante il quale, oltre alle operazioni previste per il controllo, si verifica l’integrità della manichetta in tutta la sua lunghezza tramite prova a pressione di rete. La tubazione deve essere controllata in tutta la sua lunghezza per rilevare eventuali screpolature, deformazioni, logoramenti o danneggiamenti. Qualora la tubazione presenti qualsiasi difetto deve essere sostituita o collaudata alla pressione d’esercizio di 1,2 MPa. A questa verifica si aggiunge anche il controllo che tutti i rami del sistema, soprattutto quelli terminali non inclusi in qualche anello, siano efficienti. Quest’ultimo controllo prevede l’apertura di tutti gli idranti terminali con misurazione della pressione e della portata in essi raggiunta. Infine per le reti chiuse ad anello, può essere molto importante eseguire un controllo sulle perdite di carico che la rete presenta nella sua estensione completa. Questo controllo richiede di poter operare su un tratto di tubazione che presenti perdite di carico apprezzabili; pertanto viene di solito eseguito intercettando un ramo di una rete ad anello e flussando acqua dall’idrante che si viene a trovare alla fine dell’anello rispetto all’alimentazione. Si misura la portata, tramite tubo di Pirot e la pressione in partenza dalla stazione di pompaggio o dall’alimentazione in genere, ed in corrispondenza dell’idrante aperto. Se la perdita di carico è superiore a quella calcolata, occorre ricercare eventuali ostruzioni o valvole parzialmente intercettate che creano la maggiore perdita.
  • Collaudo: è volto a dimostrare l’integrità complessiva del sistema e la sua capacità di resistere alla pressione. Ogni 5 anni (60 mesi) tutte le tubazioni flessibili (idrante) e semirigide (naspi), devono essere sottoposte a prova idrostatica alla pressione di 1,2 MPa.

Tabella A – Prospetto scadenze manutenzione reti idranti.

TIPO IDRANTE TEMPO MASSIMO CONTROLLO TEMPO MASSIMO COLLAUDO FUNZIONALE TEMPO MASSIMO COLLAUDO 1,2 MPa
Impianto rete idrante 6 mesi 12 mesi
Idrante a colonna 6 mesi 12 mesi
Idrante sottosuolo 6 mesi 12 mesi
Idrante a parete 6 mesi 12 mesi Tubazione (60 mesi)
Naspo 6 mesi 12 mesi Tubazione (60 mesi)
Attacco motopompa V.V.F. 6 mesi 12 mesi

 

Viene inoltre individuato nella figura dell’utente, il responsabile del mantenimento delle condizioni di efficienza dell’impianto (RESPONSABILITÁ) il quale, ricevuta comunicazione scritta da parte del manutentore sulla messa in efficienza dell’impianto, provvede affinché venga effettuata:

  • la sorveglianza: verifica dell’integrità, completezza dell’equipaggiamento e possibilità di accesso delle apparecchiature;
  • la manutenzione periodica semestrale: eseguita, in conformità alla UNI EN 671-3 ed alle istruzioni contenute nel manuale d’uso, da personale competente e qualificato;
  • la verifica periodica: esecuzione delle operazioni previste per il collaudo degli impianti, al fine da accertare la funzionalità e la conformità alla norma, da parte di tecnico competente.

I controlli, le verifiche, gli interventi di manutenzione, che vengono effettuati, devono essere annotati nell’apposito Registro dei Controlli a cura dei responsabili dell’attività. Tale registro deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile ai fini dei controlli di competenza del comando dei VV.F.

Di seguito è riportata la scheda tecnica contenente le operazioni di manutenzione da porre in essere per gli impianti di rete idranti. 

Proprio come accade per la custodia del Registro dei Controlli da parte dell’utente, che ne è responsabile a tutti gli effetti; anche per le attività di manutenzione per gli impianti di rete idranti che devono essere svolte nel rispetto di tutte le operazioni previste dalla norme UNI da parte dei tecnici manutentori, la responsabilità maggiore resta comunque dell’azienda o del titolare della medesima a cui spetta la decisione più importante, e cioè la scelta della società a cui affidare le attività di manutenzione sulle proprie attrezzature ed impianti antincendio.


I requisiti necessari per verificare l’idoneità tecnico professionale dell’impresa a cui affidare il servizio di manutenzione

  • DURC – Documento Unico di Regolarità Contributiva. Il DURC garantisce che l’impresa sia in regola con il versamento dei contributi obbligatori, sollevando per altro il committente dalla responsabilità solidale, vigente anch’essa, riguardo al mancato pagamento delle retribuzioni e dei contributi previdenziali ed assicurativi.
  • Dichiarazione dell’organico medio-annuo ed organigramma dell’impresa. Questa dichiarazione ha la finalità di verificare l’effettiva forza lavoro dell’impresa e le sue capacità organizzative, comprendenti per esempio, la presenza di preposti e/o dirigenti in grado di vigilare sulla sicurezza dei lavori affidati all’impresa.
  • Nominativi delle figure della sicurezza (RSPP – RLS – Medico Competente) e copie degli attestati di avvenuta formazione. Questi documenti garantiscono che l’impresa ha effettivamente adempiuto ai requisiti di base della normativa in materia di sicurezza. La conoscenza di tali nominativi sarà in ogni caso utile nella successiva fase di redazione del DUVRI.
  • Curriculum dell’impresa. Un curriculum per accertare l’esperienza dell’impresa che contenga l’elenco dei servizi di manutenzione delle attrezzature ed impianti antincendio, eseguiti negli ultimi tre anni.
  • Relazione degli infortuni e delle malattie professionali dichiarate negli ultimi tre anni: è questo un dato molto rilevante poiché caratterizza fortemente la tendenza infortunistica dell’impresa.
  • Possesso di una certificazione BS OHSAS 18001 – Sistema di gestione per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. È una certificazione rilasciata da un organismo di certificazione accreditato che attesta che l’impresa è in possesso di un modello di organizzazione e di gestione di cui all’articolo 30 del D.lgs. n. 81/2008, esimente dalla responsabilità amministrativa delle imprese.
  • Attestati di formazione dei lavoratori ed elenco dei dispositivi di protezione individuali. Atto a verificare il rispetto da parte dell’impresa degli adempimenti di base previsti dalla norma.
  • Elenco delle macchine ed attrezzature che l’impresa intende impiegare per lo svolgimento del lavoro, dichiarazione se esse sono di proprietà o meno dell’impresa e presenza o meno del marchio CE, simile elenco è anch’esso indice della professionalità dell’impresa e della sua capacità di saper prevedere con quali modalità svolgere il lavoro che le sarà assegnato. Inoltre, in alcuni casi, il possesso di alcune macchine o attrezzature, che sono state in passato oggetto di importanti investimenti per l’impresa, potrebbe servire a giustificare il costo più o meno basso dell’offerta economica presentata, dato che se esso è già stato ammortizzato, l’impresa sarà in grado di fare offerte più basse rispetto alla concorrente che dovrà provvedere al suo noleggio.
  • Riduzione premio INAIL. Copia della lettera di riduzione del premio infortunistico INAIL nel primo biennio di attività o, in alternativa, dopo il primo biennio ai sensi degli artt. 20 e 24 – Modalità di Applicazione della Tariffa dei premi INAIL – approvata con D.M. 12 dicembre 2000 (per le imprese soggette al D.P.R. 602/1970, tale riduzione può essere applicata solo per i dipendenti).
  • Provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale. Dichiarazione che attesti che l’impresa non ha subito provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale previsti dall’articolo 14 del D.lgs. n. 81/2008 (per utilizzo di manodopera non regolare o per gravi e reiterate violazioni della disciplina in materia di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
  • Gestione rifiuti. Dichiarazione che attesti il rispetto delle disposizioni previste dal D.lgs. n.152 del 3 aprile 2006 “Norme in materia ambientale”.
  • Specificatamente per le operazioni di manutenzione che riguardano gli E.F.C. è bene richiedere all’azienda incaricata dello svolgimento delle attività di manutenzione gli attestati di formazione volti a garantire che il personale impiegato sia perfettamente attrezzato, per caratteristiche personali, equipaggiamento antinfortunistico (come previsto dalla EN 361) e soprattutto per formazione, a svolgere le suddette attività in cantieri sviluppati in altezza, ai sensi del d.lgs n.81 del 2008 Titolo lV, dove sono stati raccolti e riformulati i contenuti dell’ex d.lgs n.494 del 14 agosto 1996, che recepiva nella legislazione italiana la cosiddetta Direttiva Cantieri.

Assistenza idranti soprassuolo, sottosuolo, attacco VVF, etc.

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